Offerta Formativa

Indicazioni Programmatiche Generali

Area linguistico-artistico-espressiva

Italiano

Viene dato molto rilievo alla cura e allo sviluppo delle capacità linguistiche, sia orali che scritte, perché sono il principale mezzo di comunicazione e di espressione dell’essere umano.

Inoltre, la stessa formazione della personalità si avvale di questa disciplina, il cui processo di apprendimento si articola nella graduale presa di coscienza delle strutture che stanno a fondamento della già acquisita capacità di saper parlare. La particolarità che accompagna nel corso degli anni lo sviluppo di questa materia consiste nell’educare i bambini a parlare, declamare e recitare con tutto l’essere, in modo che la forma attraverso cui giunge ad espressione il suono articolato sia il più possibile coerente con il contenuto da esprimere. A tal fine viene destinato quotidianamente del tempo alla recitazione. Un bambino che tutti i giorni ascolta ed esercita con naturalezza un linguaggio espressivo e artistico, acquisisce un lessico ricco ed appropriato, scandisce con gusto le parole e formula spontaneamente costruzioni sintattiche corrette.

Ogni mattina, all’inizio delle lezioni, la classe si ritrova per recitare ed interpretare attivamente, dapprima insieme, poi a gruppi ed infine individualmente, poesie e testi di prosa inerenti alla disciplina dell’epoca in corso.

Periodicamente ogni classe prepara una rappresentazione teatrale. In questi allestimenti viene data importanza non tanto al risultato, quanto al processo di elaborazione della recita da parte della classe, poiché tutti i bambini, anche quelli con più difficoltà, ricevono un grande beneficio da questa esperienza. Spesso si destano in loro talenti insospettati, che permettono loro di migliorare l’autostima e di guadagnare in prestigio agli occhi dei compagni. Grande importanza nella vita della scuola riveste l’annuale recita dell’VIII classe, ma anche le rappresentazioni delle classi più piccole vengono attese dagli altri alunni con entusiasmo.

Nelle prime classi la lingua viene sperimentata in modo vivo e diretto; in seguito viene introdotta la Grammatica, che per la sua natura strutturante viene insegnata in modo molto progressivo. Dalla morfologia alla presentazione dei suoni speciali che caratterizzano la lingua italiana, dalla cura dell’ortografia all’investigazione (analisi) grammaticale, si giunge poi agli elementi più complessi della sintassi semplice e composta, quando in prepubertà è incipiente il presentarsi delle capacità di pensiero deduttivo, logico ed analitico.

Per quanto riguarda le forme di testo, dopo i primi anni di scuola, nel passaggio dalla parola alla frase e da questa al periodo più complesso, si colgono tutte le occasioni per realizzare riassunti, cronache, temi, i cui contenuti siano il più possibile aderenti alla domanda della tappa evolutiva e agli argomenti trattati in classe sotto la guida dell’insegnante. In particolare in seconda e terza classe vengono esercitati dettati e riassunti orali tratti da racconti tematici e vengono svolti i primi componimenti scritti su esperienze personali. In quarta e quinta classe viene sviluppata la sensibilità per la bellezza del linguaggio. Vengono svolti componimenti descrittivi, riassunti scritti e dettati. In sesta e settima classe avviene il passaggio dalla bellezza alla potenza della parola parlata, mediante esercizi di fluidità, articolazione ed espressività. I componimenti scritti sono più articolati e di genere vario, ad esempio lettere commerciali e personali, poesie, racconti nei quali possa venir esercitata la facoltà della fantasia. In ottava classe, di orientamento, si opera una personalizzazione del linguaggio attraverso esercizi di stile di svariato genere, utilizzando ad esempio le forme retoriche. I testi e i temi si fanno più complessi e diversificati: viene sviluppata la capacità di esprimere le opinioni personali sia in forma scritta che orale, anche figurandosi di trattare gli argomenti in contesti diversi, al fine di sviluppare una certa sensibilità espressiva. Vengono esercitate la comprensione, l’interpretazione e l’elaborazione autonoma di testi tratti da varie fonti, compresi quelli da formato digitale.

Notevole importanza rivestono il racconto e la lettura di testi. Ogni anno scolastico ha un motivo fondamentale: il primo anno la fiaba, il secondo ed il terzo favole riguardanti il mondo degli animali, le leggende dei santi e quelle dell’Antico Testamento, il quarto ed il quinto sono dedicati ai miti ed ai racconti dei popoli antichi ed all’epica greca. Nel corso del sesto e settimo anno si passa dal racconto alla letteratura, partendo dall’epica latina e giungendo alle origini della lingua italiana. Viene inoltre proposta la letteratura poetica e narrativa dal 1200 alla fine del 1700, dando particolare rilievo alle biografie degli autori. Nell’ultimo anno viene affrontata la metrica poetica ed in letteratura vengono elaborati la poesia, la narrativa, il teatro dal primo ‘800 alla metà del ‘900.

Al termine del percorso lo studente si è largamente cimentato nell’esercizio dell’attività linguistica orale e scritta. Va tenuto conto che in ogni caso la formazione linguistica rimane notevolmente soggetta all’influenza dell’ambiente socioculturale in cui vive l’alunno.

Lingue straniere comunitarie

Fin dalla prima classe i bambini sono introdotti a due lingue straniere, Inglese e Tedesco. La finalità fondamentale dell’insegnamento delle lingue straniere nelle scuole Waldorf è lo sviluppo di un atteggiamento positivo verso popoli e linguaggi di altre culture e quindi di una generale comprensione di ciò che è universalmente umano. Tale insegnamento offre l’opportunità di ampliare la conoscenza di culture diverse e l’assunzione di atteggiamenti mentali più ampi.

Gli obiettivi dell’insegnamento delle lingue straniere spaziano da un aspetto pratico- utilitaristico del saper comunicare ed esprimersi in un’altra lingua, ad un aspetto culturale di conoscenza di usi e costumi, tradizioni, storia e geografia di un altro popolo.

L’apprendimento orale delle lingue straniere rafforza l’abilità di ascolto dell’alunno, promuovendo una sensibilità al linguaggio a tutti i livelli, non solo semantico. Nella pedagogia Steiner-Waldorf il percorso di apprendimento delle lingue straniere parte da un approccio essenzialmente orale ed arriva solo gradualmente allo scritto.

L’insegnamento delle lingue straniere viene affrontato oralmente con canti, poesie, filastrocche, scenette, giochi, dialoghi, comandi, domande e risposte, senza un testo scritto. Tutto ciò spesso è accompagnato dalla gestualità, dalla drammatizzazione e dalle immagini. Il bambino impara a memorizzare dialoghi, si appropria di un bagaglio lessicale e una struttura grammaticale applicati in determinati contesti, anziché in una forma astratta e schematica. Così, nei primi tre anni, il bambino viene introdotto inconsciamente ai principali elementi di grammatica e a una base lessicale.

Alla fine della classe terza il vocabolario del bambino include le parti del corpo, i capi di vestiario, brevi frasi che descrivono attività quotidiane, gli oggetti della classe e della casa, i colori, le diverse parti della giornata, i giorni della settimana, i mesi, le stagioni, le condizioni atmosferiche, i mezzi di trasporto, la famiglia, il lavoro dei familiari, gli elementi della natura (piante, animali ecc…). Il bambino è in grado di chiedere e rispondere in modo semplice usando il lessico relativo ai suddetti argomenti e la fraseologia di comune uso.

Dalla classe quarta l’apprendimento della lingua straniera coincide con la nuova fase di sviluppo in cui si trova il bambino. Si continua ad approfondire quanto si è imparato negli anni precedenti, ma si inizia anche a scrivere e a leggere e a diventare consapevoli delle strutture lessico-grammaticali. Se nei primi tre anni il bambino esponeva attraverso il disegno ciò che aveva appreso, ora, con la scrittura, fissa quello che già conosce e capisce. Una volta che i valori fonetici e le lettere sono stati interiorizzati, il bambino può affrontare nuovi testi. Il primo materiale di lettura, stampato con brani e vocaboli già imparati, viene introdotto di solito in classe quinta.

I metodi di scrittura dei quaderni e l’uso del materiale si adeguano a quelli adottati dal maestro di classe. Infatti, la stretta collaborazione fra insegnanti è essenziale per il processo di apprendimento delle lingue straniere, specialmente per l’insegnamento della grammatica. L’insegnante di lingue deve trattare i concetti grammaticali solo dopo che questi sono stati affrontati nella lingua madre dal maestro di classe. L’allievo elabora un proprio testo di riferimento con liste sistematiche di vocaboli, spesso raggruppate per temi, e regole grammaticali. Ciò è preferibile al tradizionale testo di grammatica poiché consente all’insegnante maggior flessibilità nella sequenza dei temi introdotti.

Ogni lingua porta in sé il modo di vedere il mondo peculiare del popolo che parla quella lingua. In altre parole, vi è sempre un contenuto intraducibile che distingue le parole di una lingua da quelle usate in altre lingue per lo stesso oggetto o concetto. Per questo motivo si cerca di evitare il più possibile la traduzione. Quindi la gestualità, le immagini, il movimento, l’esperienza situazionale diretta, il gioco sono veicoli per facilitare la comprensione.

Negli ultimi anni del ciclo le attività includono: la recitazione di poesie, scenette e pezzi teatrali; il canto di testi in lingua; dialoghi con l’uso di forme grammaticali (es. singolare e plurale dei sostantivi), forme verbali (che possono essere recitate e imparate a memoria) e coniugazione dei verbi nei diversi tempi; aspetti di storia, geografia e cultura. Gli argomenti vengono scelti dall’insegnante in base alle capacità della classe; generalmente comprendono semplici conversazioni sulla scuola, la casa, la famiglia, il tempo, le stagioni, il contenuto del materiale letto o di eventi che hanno interessato la classe.

Musica

La musica parla agli esseri umani, che sperimentano il suo linguaggio nella loro anima. Essa si manifesta nelle tre componenti di melodia, armonia e ritmo, che possiamo vedere rispecchiate nelle tre facoltà dell’anima dell’uomo: pensare, sentire e volere.

La melodia, sviluppandosi linearmente, crea un disegno chiaro, coerente, paragonabile al pensiero logico. L’armonia, con le sue atmosfere di maggiore e minore, tensione e distensione, parla più direttamente al sentire umano. Il ritmo, che impegna le membra, si volge invece peculiarmente al volere.

Le finalità dell’insegnamento musicale della scuola Waldorf sono: un’immersione attiva nella sostanza musicale, esperienze nella pratica della sua natura, un risveglio al principio musicale e alle leggi che lo governano in modo progressivo, per giungere a una base conoscitiva fondata sull’esperienza diretta.

Fino ai nove anni la vita animica del bambino nelle sue facoltà di pensiero, sentimento e volontà è un tutt’uno. In musica l’atmosfera della quinta (da cui è derivata la scala pentatonica) è simile alla configurazione dell’anima del bambino. Egli non vive ancora nella tensione tonale e in un ritmo collegato alla battuta ma è orientato verso la qualità dell’inspirazione e dell’espirazione.

Per questo nei primi due anni di scuola ci si avvicina al bambino creandogli l’aspettativa gioiosa del far musica. A tale approccio è fondamentale l’imitazione; il maestro mostra e i bambini imitano. L’insegnante suona o canta e i bambini seguono. Importante è principalmente il lavoro corale, perché crea un sentire sociale. Si lavora su canti con melodie pentatoniche. Oltre al canto, i bambini imparano a suonare il flauto pentatonico a orecchio, imitando il maestro. I contenuti di tale esecuzione con lo strumento sono le semplici melodie esercitate nel canto. Vengono inoltre utilizzati strumenti ritmici di diversi materiali e timbri per creare atmosfere tramite improvvisazioni.

Per sviluppare l’orecchio musicale si alterna la pratica all’ascolto, sia col canto, sia con il flauto pentatonico o altri strumenti, anche a corda, come la lira e il kantele.

Dalla terza classe si introduce la notazione musicale; dall’imitazione si passa gradualmente alla scrittura, al riconoscimento e alla lettura delle note. Si effettua il passaggio dalla scala pentatonica alla scala diatonica, si presenta il flauto diatonico e la sua diteggiatura. Il canto monodico ora si differenzia con l’introduzione dei primi canoni a 2, 3 e 4 voci.

Si presentano alcuni strumenti musicali classici (violino, violoncello, arpa, chitarra, flauto traverso, oboe, pianoforte). I bambini possono scegliere lo studio privato di uno di questi strumenti per poi utilizzarlo nella futura orchestra di classe.

Parallelamente allo studio delle frazioni, in quarta classe si presentano i valori delle note e le loro relative pause, il metro e la misura. I bambini diventano sempre più coscienti di se stessi e del mondo che li circonda. A quest’età si inizia il canto a più voci, sviluppando i canoni e introducendo semplici canti a due voci distinte. Si utilizzano canti legati alle stagioni e canti popolari italiani. Si approfondisce la lettura ritmica delle note e la loro intonazione.

Dalla quinta classe si continua ad esercitare nel canto la polifonia, utilizzando canoni più complessi ed anche canti a tre voci.

Prosegue la scoperta progressiva delle leggi della teoria, desunte sempre dallo sperimentare musicale diretto degli alunni; ci si sofferma particolarmente sull’esperienza delle atmosfere del maggiore e del minore e si affronta l’argomento della costruzione delle scale.

Si possono avviare le prime esperienze dell’orchestra di classe, la quale è formata da tutti gli strumenti imparati dagli alunni, oltre che dai flauti dolci e dalle percussioni.

In sesta classe, prendendo spunto dall’epoca di Fisica-acustica, si introduce l’argomento relativo alla classificazione degli strumenti musicali, dei quali vengono descritte le caratteristiche. Tramite le lezioni di acustica i ragazzi apprendono gli aspetti scientifici della musica sotto forma di esperimenti (ad es. le forme di Chladni, i rapporti di proporzione tra le altezze dei suoni e la lunghezza di una corda in vibrazione) ed esplorano il timbro dei diversi materiali. L’orchestra diviene ora un momento importante nel quale esercitare l’ascolto degli altri, la perseveranza, la pazienza e il rispetto, cioè la difficile arte del suonare insieme.

Si affronta un primo studio degli intervalli semplici. Negli ultimi anni del ciclo viene introdotto lo studio dello sviluppo storico della musica in Europa, il contributo delle altre culture, le prime forme musicali legate allo sviluppo della scrittura musicale per arrivare, attraverso i vari periodi storici, al ventesimo secolo. Si studiano anche gli autori più significativi, guardando alla loro produzione musicale e alla loro vita, anche con riferimento al contesto storico in cui operavano. Con il coro e l’orchestra di classe si sperimentano brani caratteristici dei periodi storici studiati.

Anche l’ascolto di brani significativi dei periodi trattati, eseguiti dall’insegnante o ascoltati da registrazioni, possono contribuire ad un approfondimento del senso estetico e ad un primo approccio all’analisi musicale. L’opportunità di assistere ad un concerto o alla rappresentazione di un’opera lirica dal vivo si rivela per molti ragazzi un’esperienza formativa di grande impatto.

In queste classi si approfondiscono argomenti più complessi della teoria, quali il circolo delle quinte, figure ritmiche complesse ed irregolari, i gradi della scala, le triadi e le loro funzioni nell’armonia tonale.

Arte e immagine

Introduzione

Nella pedagogia Steiner-Waldorf l’arte è uno strumento educativo prezioso: infatti il bambino, imparando a conoscere il mondo e le leggi che lo governano, sviluppa delle competenze, ma se fa attività artistica in prima persona, cresce in libero operare, perché questa sua attività non è volta a nessuno scopo pratico. Quando esercitano attività artistiche, i bambini sperimentano la loro propria interiorità. Questo sentimento di trovarsi a contatto con le parti più profonde della propria anima dovrebbe essere sperimentato in ogni lezione; per ottenere ciò l’arte non è solo una materia insegnata in determinate ore, ma compenetra le varie discipline, è uno strumento importante a sostegno di tutte le materie attraverso la sua funzione illustrativa, ma è anche profondamente formativa per l’individualità del bambino. Rudolf Steiner formula le finalità educative dell’insegnamento artistico nel modo seguente: “Con l’intelletto la natura si limita a venir compresa, con la sensibilità artistica essa viene vissuta”.

Per tutto il ciclo scolastico le attività artistiche sono parte integrante del percorso didattico, pur modificandosi con lo sviluppo del bambino: l’arte si trasforma da mezzo puramente espressivo delle forze che agiscono nell’interiorità del bambino ad uno strumento d’espressione più cosciente ed individuale nel ragazzo. L’arte è intesa anche come mezzo di espressione dei propri sentimenti e come esperienza di carattere creativo.

In generale le attività plastico-figurative (dal disegno alla pittura, al disegno di forme, al modellaggio della cera e della creta), hanno uno spazio importante all’interno del curriculum.

Pittura

Nei primi anni la pittura viene portata con la tecnica dell’acquerello su foglio bagnato: questo permette agli alunni di agire in una situazione sempre mobile e modificabile. Le indicazioni per guidare gli scolari nel percorso didattico col colore si basano sulla teoria dei colori di Goethe. Inizialmente i colori vengono vissuti nelle loro qualità particolari, messi in rapporto, confrontati; vengono sperimentati accordi e contrasti di colore a prescindere dalla forma.

Successivamente vengono sviluppate la capacità tecnica di mescolare i colori primari e secondari e la sensibilità per le sfumature, creando atmosfere di colore che si avvicinano a forme e paesaggi. Il colore diventa mezzo espressivo per rappresentare atmosfere stagionali, paesaggi geografici, animali, piante o personaggi; ogni forma nasce però dall’incontro tra i colori e non viene disegnata o predeterminata.

Nelle ultime classi l’acquerello viene sperimentato anche su carta asciutta e nella tecnica della velatura. Si sviluppano le capacità artistiche attraverso esercizi che hanno come tema gli ambienti naturali, le atmosfere delle diverse fasi del giorno, la creazione di carte geografiche, esercizi legati alla mineralogia, astronomia o botanica, trasposizioni di immagini dal mondo della poesia o della prosa in quello pittorico.

Disegno

L’esperienza del disegnare per i bambini più piccoli è stimolata dalle grandi immagini che colgono durante la narrazione; l’utilizzo di materiali naturali quali i mattoncini e i pastelli di cera colorata offre al bambino la possibilità di lavorare per superfici, salvaguardandolo da un rapporto troppo precoce con la linea quale elemento astratto.

L’attività di disegno è molto diversa da quella della pittura. Una forma disegnata è sempre un risultato, qualcosa che giunge a compimento. Tuttavia, le lezioni di disegno non sono finalizzate al risultato ma al processo. Inizialmente non si richiede ai bambini di disegnare oggetti, perchè devono piuttosto sperimentare un movimento che giunge a quiete. La forma viene fatta sorgere dall’incontro di superfici colorate.

Nei primi anni viene proposta la produzione di disegni che richiamano le immagini dei racconti fatti in classe, partendo dall’osservazione e imitazione di disegni realizzati dall’insegnante per poi arrivare a produzioni autonome. In seguito si affina la capacità di osservare, riprodurre e produrre immagini inerenti alle materie di insegnamento (Storia, Geografia, Scienze), anche come illustrazioni dei “quaderni di studio”. Si utilizzano tecniche, strumenti e materiali diversi, e ci si avvicina gradualmente allo studio delle opere d’arte antiche.

Negli ultimi anni si cerca di sviluppare le potenzialità del preadolescente attraverso esperienze di carattere espressivo e creativo. Si curano sempre più la comprensione e la cura per l’aspetto estetico, sviluppando negli esercizi l’elemento artistico. Si propongono studi delle proiezioni e delle ombre, a mano libera o con gli strumenti necessari, utilizzando matite e carboncino, anche attraverso la copia dal vero di oggetti. Si studia la prospettiva, si creano paesaggi con la tecnica del chiaroscuro, si osservano e si riproducono immagini artistiche collegate allo studio della storia e della storia dell’arte, attraverso l’uso di tecniche e materiali diversi (matite, gessetti, pastelli a olio o a cera, carboncino, chine…).

Modellaggio

Il modellaggio nasce dall’incontro e dall’interrelazione delle mani, che insieme formano uno spazio interno. Non si tratta di aggiungere o togliere pezzi di cera o di creta qui e lì, ma di dar forma a una materia di partenza, partendo da un blocco d’insieme.

Dalla classe prima alla terza i bambini modellano la cera, per creare semplici forme collegate alla natura e alle stagioni. Dal nono anno invece si passa al modellaggio della creta. Si sviluppa la capacità di plasmare animali, personaggi, plastici legati allo studio del paesaggio geografico o elementi dell’architettura collegati al periodo storico studiato (capitelli, colonne, templi…).

Negli ultimi anni si fanno esperienze di “concavo” e “convesso”, come qualità fondamentali dell’elemento plastico; si creano forme di animali, forme geometriche solide, tipi di case e villaggi; i lavori sono spesso collegati allo studio delle opere d’arte più significative degli ultimi due secoli, ai contenuti della storia e della letteratura. Si fa esperienza della riproduzione della figura umana quale possibilità espressiva della percezione della propria corporeità.

Storia dell’arte

L’insegnamento della Storia dell’arte viene impartito dalla sesta classe, seguendo due direttrici. Da una parte accompagna trasversalmente la Storia e la Letteratura nel loro sviluppo temporale, caratterizzandone alcuni passaggi epocali: dalle antiche civiltà al mondo greco-romano, alle epoche romanica, gotica, rinascimentale, barocca, neoclassica, romantica, fino al ‘900: dall’altra, fecondano le conoscenze acquisite con la pratica dell’esperienza artistica, in modo che l’alunno possa sperimentare direttamente il rapporto tra contenuto espressivo e forma nello sviluppo dell’arte nella civiltà occidentale.

Attività motorie e sportive

L’attività motoria assume un ruolo centrale nel processo di evoluzione che ogni essere umano dovrebbe realizzare, perché tiene collegata la parte cognitiva a quella fisica. Il principale obiettivo di tale attività è quello di integrare e accompagnare lo sviluppo animico-spirituale con quello fisico-motorio dell’allievo, in modo da far sì che egli conquisti una buona e strutturata organizzazione motoria tale da poter essere utilizzata al momento giusto e nel modo più appropriato. Attraverso movimenti globali e movimenti fini vengono sviluppati l’equilibrio (interno ed esterno), le percezioni della propria corporeità, le percezioni dello spazio e del tempo. Nello sviluppo motorio viene anche formata la capacità relazionale, collaborativa, sociale dei bambini.

Questo processo evolutivo favorito dall’attività motoria ha inizio nel ventre materno e continua intensamente nell’infanzia. Dai primi movimenti degli occhi agli spostamenti del capo, passando ai tentativi di alzarsi, ai movimenti delle mani nel toccare e afferrare il mondo che lo circonda, oltre al lungo percorso che lo porta alla stazione eretta: il movimento rappresenta il mezzo tramite il quale lo spirito dell’individuo entra a contatto con il mondo, e il suo fluire manifesta essenzialmente la parte animico-spirituale dell’essere umano, come forza che muove dall’interno e mette il bambino in una significativa relazione con il mondo. Poiché questo processo è sempre in evoluzione e unico per ogni individuo, il programma di educazione motoria rispetta i tempi dello sviluppo ed evita di forzarlo secondo tappe fissate a priori. In questo senso è un sistema aperto che risponde alle continue esigenze dei bambini e ragazzi.

Di seguito vengono indicate attività e linee guida come punti di riferimento per le diverse fasce di età, senza essere per forza vincolanti alla classe. Alcuni fattori ne guidano la scelta senza essere prestabiliti rigidamente: il momento evolutivo del bambino, la natura del movimento, le circostanze esterne, le risorse e le possibilità.

Il compito della fase prescolare è quello di stabilizzare, grazie alla innata disposizione infantile all’imitazione, una gamma di attività come abitudini: vestirsi, comportarsi all’interno di un gruppo, ascoltare gli altri, lavarsi, pulirsi, asciugarsi. Queste abitudini allenano la strutturazione del movimento in modo significativo. I bambini vanno a scuola quando sono pronti ad iniziare formalmente l’apprendimento. Nel movimento si notano cambiamenti caratteristici che sottolineano il momento adeguato per il passaggio alla scuola.

Quando il bambino inizia la frequenza scolastica l’imitazione rimane una parte importante dell’apprendimento anche in campo motorio, ma tale processo subirà una importante trasformazione. Piuttosto che prendere parte a ciò che fa l’adulto, il bambino deve essere stimolato ad esprimere in un movimento o gesto l’immagine che vive nella sua interiorità. Ciò significa che l’insegnamento si realizza tramite immagini. Ad esempio l’insegnante stimola la fantasia dei bambini con un’immagine verbale ed i bambini imitano la mimica, i gesti o l’impulso che l’immagine ha trasmesso alla loro interiorità.

La motivazione al movimento può essere canalizzata con istruzioni semplici e dirette come ad esempio: “correre, salire su alberi, saltare, arrampicarsi sulle rocce”. Un altro elemento nei primi anni scolastici è quello di dare ai bambini l’opportunità grazie alla quale il singolo lascia gradualmente la sicurezza del gruppo.

Progressivamente nelle ultime classi del ciclo, al ragazzo viene data la possibilità di affrontare impegni più intensi. Le varie discipline mettono alla prova il ragazzo, gli consentono di sviluppare l’attenzione e la concentrazione. Le regole di gioco forniscono l’opportunità in cui gli allievi possono assumersi le responsabilità a cui sono in grado di far fronte.

Un altro elemento nell’educazione motoria è il ritmo, che ha molti aspetti all’interno della vita di classe. Sono importanti i giochi di corsa, i saltelli, il battere le mani, i giochi di passaggio, la ricezione, il lancio. L’approccio dell’insegnante trae spunti dall’osservazione dei bambini sia in classe che in palestra. In tal modo egli può rispondere direttamente alle esigenze che ogni situazione crea.

I principali aspetti dell’insegnamento dell’educazione motoria negli ultimi anni del curriculum sono la presa di coscienza della corporeità e l’ordinato sviluppo psicomotorio, nel quadro più ampio dello sviluppo della personalità.

Un cenno a parte merita la Ginnastica Bothmer, approccio specifico delle scuole Steiner- Waldorf. È una disciplina che nasce in Germania, verso il 1920, dall’esigenza di poter esercitare, attraverso il movimento del proprio corpo, l’essere umano nella sua pienezza, secondo l’immagine che ne dà Rudolf Steiner, cioè l’uomo tripartito. Sono circa trenta gli esercizi a corpo libero attraverso i quali l’alunno, a partire dal nono anno, viene aiutato a prendere coscienza del proprio corpo e dello spazio in cui vive. Con questa impostazione è quindi possibile affrontare molteplici discipline di movimento, come la giocoleria, l’acrobatica, i giochi liberi, sino ad arrivare alle più comuni attività sportive che diventano strumento di conoscenza e quindi di coscienza.

Euritmia

L’Euritmia è materia curricolare in tutte le scuole Steiner-Waldorf, in quanto rappresenta un importante aiuto allo sviluppo umano, per la forte compenetrazione di componenti artistiche, fisico-motorie e morali. È una nuova arte fondata nel 1912, grazie alle indicazioni di Rudolf Steiner. Vuole rendere visibili linguaggio e suono attraverso il movimento del corpo. È quindi un’arte del movimento che coinvolge l’intero essere umano e si propone di armonizzare la natura animico-spirituale dell’allievo con la sua organizzazione corporea, rendendo quest’ultima più sensibile e flessibile rispetto alle intenzioni interiori.

La pratica dell’Euritmia rende i bambini più gioiosi nel movimento, più coordinati, più svegli e più a loro agio con se stessi. Inoltre attraverso l’Euritmia si possono rivelare blocchi e ostacoli all’interno dell’organizzazione corporea dell’allievo e quindi rendere possibili diagnosi e interventi individuali finalizzati. L’apprendimento delle gestualità relative al linguaggio o alla musica crea una interiore connessione con le qualità inerenti ai loro elementi, dando un valido supporto allo sviluppo della conoscenza musicale e poetica.

Il lavoro artistico fatto attraverso le coreografie sviluppa un senso estetico nell’esperienza poetica e musicale, che funge da complemento ad altri approcci presenti nel piano di studi.

Il lavoro sulle forme geometriche e le loro proiezioni nello spazio tridimensionale aiuta gli allievi a comprendere i principi geometrici e favorisce un interiore senso dell’orientamento.

Lavorare in gruppo sviluppa da un lato la capacità di fare attenzione al proprio movimento e dall’altro di percepire e rispettare i movimenti degli altri nella loro interezza, curandone l’interazione. La reciprocità dei processi sociali è una qualità coltivata in Euritmia a molti livelli.

L’esperienza di rappresentazioni euritmiche, sia che queste vengano portate da allievi nelle feste del mese o da adulti professionisti, può essere un mezzo di comunicazione non intellettualistico. Infatti l’Euritmia non è “interpretata”, ma sperimentata in modo diretto, e dà allo spettatore un’immagine vivida che l’anima può assimilare. Come tutte le buone arti, l’Euritmia procura quindi un sottile ma ricco nutrimento per la vita dell’anima. Le lezioni di Euritmia sono regolarmente accompagnate da un pianista, ma spesso vengono utilizzati anche altri strumenti.

Area storico-geografica

Storia

Nei primi anni di scuola i bambini vengono introdotti al linguaggio storico con passaggi graduali. Inizialmente, il contenuto narrativo delle lezioni fornisce loro immagini archetipiche delle relazioni, dei percorsi di vita, delle sfide e delle ricerche dell’uomo e fa loro conoscere i rapporti sociali esistenti nelle culture più antiche. Miti e leggende costituiscono il mezzo tramite il quale viene loro presentata.

Gli allievi scoprono così che nel passato si sono verificati eventi che hanno conseguenze per il presente, e che ciò che accade adesso avrà riflessi nel futuro. La celebrazione delle festività dell’anno è un elemento importante per la comprensione dello scorrere del tempo e il senso del futuro. Si presentano ai bambini il ciclo delle stagioni e i grandi cicli della vita e della morte nella natura. In terza classe si portano a conoscenza le forme tradizionali dei rapporti economici (l’agricoltura, la pesca, la costruzione di case e i mestieri tradizionali). Tramite le narrazioni dell’Antico Testamento gli allievi sperimentano, tra le altre cose, la lotta di un popolo per la propria identità nazionale in una società arcaica, e incontrano le strutture politiche di civiltà antiche come quelle d’Egitto o di Babilonia: tutto ciò viene presentato attraverso la narrazione di biografie e miti.

In quarta classe sono le immagini storiche, che gli allievi traggono dallo studio dell’ambiente in cui vivono, a dare per la prima volta il senso del tempo storico. Scoprire il proprio territorio significa anche ascoltare fiabe e leggende sui popoli antichi che lì vivevano e lavoravano; significa visitare le loro costruzioni, i templi o le chiese, scoprire tracce da loro lasciate, sentire la loro lingua nei nomi locali, magari andare a vedere i loro manufatti al museo. La geografia locale rivela anche le origini economiche dell’ambiente, che siano antiche o recenti. Per i bambini tutto questo è passato, tutto è storia antica. Prima che siano in grado di afferrare il concetto astratto del tempo lineare, i bambini difficilmente riescono a leggere la progressione storica.

Nel fanciullo il sentimento della propria identità trova rispondenza nelle immagini della mitologia nordica, soprattutto nella saga di Sigfrido. Nella seconda parte dell’anno vengono proposte la mitologia dei popoli indiano, di quello persiano e delle civiltà mesopotamiche.

In quinta classe iniziano le lezioni di Storia vera e propria. Si cominciano gradualmente a presentare ambienti spaziali e temporali diversi da quelli familiari ai bambini. Da qui fino alla fine del ciclo si fa una panoramica completa degli avvenimenti storici: si presentano le antiche civiltà, tra cui la sumero-babilonese, l’egizia, la cretese-minoica, la fenicia e, soprattutto, la greca. In sesta classe, nella prima parte dell’anno scolastico, si approfondisce la storia di Roma repubblicana ed imperiale; in seguito ci si immerge nell’epoca medioevale, giungendo alle Crociate. La settima classe ha come cardini centrali le età dell’Umanesimo e del Rinascimento, la nascita delle nazioni, le guerre di religione, la rivoluzione scientifica; prosegue con le rivoluzioni americana e francese e l’ascesa di Napoleone, e termina con il Congresso di Vienna. In ottava classe vengono approfonditi i secoli XIX e XX, quindi l’epoca risorgimentale, la rivoluzione industriale ed il sorgere del capitalismo, del colonialismo e dell’imperialismo, la Prima Guerra Mondiale, la Rivoluzione Sovietica, il sorgere e l’affermarsi del Fascismo e del Nazismo, la Seconda Guerra Mondiale, la formazione dei blocchi orientale e occidentale, i nuovi e più recenti scenari internazionali.

Questo percorso conferisce agli alunni la sensazione che essere uomini significa evolversi, che l’idea di Umanità comprende l’intera varietà dei popoli, che hanno avuto tutti un ruolo nel processo storico. Nel corso dei quattro anni dalla quinta all’ottava classe è molto importante che venga posto l’accento anche sulla storia economica e culturale. Nelle classi quinta e sesta gli avvenimenti storici vengono presentati usando anche il racconto biografico per dare vivezza d’immagine e di contenuto. Nelle ultime classi del ciclo l’interesse degli alunni viene indirizzato verso quegli aspetti della storia moderna e contemporanea che si possono esporre tramite la descrizione delle condizioni di vita, le motivazioni, le cause, gli effetti e le conseguenze: avviene una transizione dalla descrizione della Storia in immagini e racconti verso un modo di descrivere più causale e razionale, che è conforme allo sviluppo dei ragazzi.

Geografia

Prima di iniziare la scuola, e ancora nel corso delle prime due classi, il bambino ha una coscienza piuttosto sognante del mondo nel suo insieme, poiché vive ancora in simbiosi con esso e acquisisce consapevolezza dei rapporti spazio-temporali solo gradualmente. Nei primi anni di scuola si tenderà quindi a risvegliare nel bambino l’interesse per l’ambiente in cui vive (presentando piante, animali, pietre, monti, fiumi, prati, tutte cose che gli sono già note), non con descrizioni astratte, ma attraverso racconti ricchi di immagini, in cui vengono ad espressione le qualità e le caratteristiche salienti degli esseri di natura. Questi racconti costituiscono la base per le lezioni di Geografia degli anni futuri e contribuiscono a sviluppare nel bambino un intimo legame con il suo ambiente. Ciò viene rafforzato anche attraverso la pratica regolare di passeggiate in natura nelle immediate vicinanze della scuola, durante le quali gli allievi possano sia cogliere direttamente il paesaggio nella sua peculiare morfologia che vivere l’avvicendarsi delle stagioni.

Dopo il nono anno il rapporto con il mondo viene coltivato presentando i mestieri che fanno parte della storia dell’uomo. Le descrizioni sono completate da attività pratiche, quali la coltivazione della terra, la lavorazione dei cereali, l’attività di muratura, il giardinaggio. In questo modo si aiutano i bambini ad entrare in un rapporto di collaborazione con la natura, andando oltre una conoscenza di tipo puramente intellettuale, dando loro la possibilità di coltivare sentimenti reali per il mondo naturale, i quali porteranno sempre all’attività e ad un rapporto responsabile dell’uomo nei suoi confronti.

Dopo una prima introduzione sistematica in terza classe degli elementi di base dell’orientamento geografico (fenomeni atmosferici, stagionali e ambientali), in quarta classe iniziano le lezioni di Geografia vera e propria. Alla base dell’insegnamento della Geografia sta il concetto della Terra come insieme morfologico e fisico, ovvero della Terra come un organismo vivente. Questo significa che occorre avere coscienza sia della relazione tra le singole parti dell’insieme, sia dell’insieme come un ente che si sviluppa. Ciò evidenzia l’importanza della geografia climatica, mediante la quale risulta facile osservare come le zone climatiche siano aspetti locali dell’intero sistema climatico del pianeta. Gli allievi imparano a comprendere il mondo come uno spazio naturale con particolari ritmi di vita, che possono anche cambiare attraverso l’attività economica e culturale. Si gettano così i primi semi di una coscienza ecologica. Inoltre la Geografia deve contenere un elemento estetico, nel senso che le descrizioni della natura devono essere chiare, ben definite e scientificamente esatte, senza però perdere la vivacità della forza d’immaginazione.

In quarta classe si studia la geografia locale. Partendo dai diretti dintorni della scuola, lo studio si amplia fino al centro della località in cui si vive, tenendo conto dell’economia e delle infrastrutture. Si crea così nell’allievo un senso di appartenenza sociale e locale. Si prosegue volgendo lo sguardo ad aree più ampie, passando dalla geografia della propria regione a quella dell’Italia per giungere, in sesta classe, all’Europa, vista sia nel suo elemento unitario che nella varietà delle nazioni e dei popoli che la compongono.

Dall’età di dodici anni in avanti la Geografia diventa globale; il modo in cui le differenti culture nascono come risultato di un particolare contesto geografico offre agli allievi un esempio di individualizzazione a livello culturale, in un momento in cui essi diventano sempre più consapevoli di possedere una propria identità culturale. Si fanno rifluire nelle lezioni di Geografia nozioni di Storia: in settima classe, in particolare, si tratta il periodo delle grandi scoperte geografiche, che comprende pure il passaggio dall’immagine del mondo tolemaica a quella copernicana. Ciò mostra ai ragazzi che la visione del mondo e del cosmo attuale è frutto di vari sviluppi e non rappresenta un sistema assoluto e definitivo. Perché le diverse caratteristiche dei popoli e le diverse competenze culturali non restino per gli allievi qualcosa di astratto, si cerca di far lavorare i ragazzi in maniera artistica nello stile delle culture delle aree geografiche studiate.

Cittadinanza e Costituzione

In seguito alla Legge n. 169 del 30/10/2008, dall’anno scolastico 2009-2010 è stata introdotta nelle scuole di ogni ordine e grado la nuova disciplina “Cittadinanza e Costituzione”.

“Si tratta di un insegnamento che, oltre ai temi classici dell’educazione civica, comprende anche l’educazione ambientale, l’educazione alla legalità, i principi di una corretta competizione sportiva e i valori del volontariato, le basi dell’educazione stradale e dell’educazione alla salute, il valore del rispetto delle regole.”

L’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione fa parte dell’area storico-geografica.

Nel corso degli otto anni, il Piano di studi della scuola Steiner-Waldorf offre molte occasioni per sviluppare i temi legati a questa disciplina. Inoltre, il contesto associativo che caratterizza l’organizzazione della comunità scolastica facilita esperienze di vita sociale basata sul volontariato e improntata a valori quali la collaborazione, il reciproco rispetto, la solidarietà.

Nei primi anni di scuola riveste grande importanza il processo di formazione della comunità di classe. A tal fine vengono proposte esperienze tramite le quali i bambini imparano ad agire in modo corretto con i compagni, con i genitori, con gli insegnanti e con gli altri adulti.

Durante gli anni centrali del ciclo, gli alunni hanno l’opportunità di avvicinarsi in modo consapevole agli ambienti naturali e all’azione esercitata su di essi dall’uomo mediante il suo lavoro.

Occasioni come eventi sportivi tra diverse scuole, uscite didattiche e gite permettono agli alunni di sperimentarsi in dinamiche sociali più ampie.

La preparazione di una recita di classe fornisce l’occasione per un intenso lavoro all’interno del gruppo classe di progettazione, elaborazione e realizzazione.

La cura del tessuto sociale si concretizza nell’organizzazione di feste e altri eventi aperti alla partecipazione di tutta la comunità locale e vede coinvolti attivamente accanto agli adulti anche gli alunni.

Area matematico-scientifico-tecnologica

Matematica

La Matematica è presente in ogni branca della conoscenza: ritroviamo questa disciplina nei ritmi del cosmo e della Terra, nel movimento del Sole e dei pianeti, nelle forme delle piante e dei cristalli; l’uomo stesso è permeato di leggi matematiche.

L’insegnamento dei concetti aritmetici e geometrici è strettamente collegato alla coscienza e all’attività di movimento (anche i risultati delle ricerche di Piaget sullo sviluppo dell’intelligenza, confermate dalle recenti indagini delle neuroscienze sullo sviluppo del pensiero, danno indicazioni in questa direzione) e quindi il movimento e l’osservazione di fenomeni concreti sono il percorso ideale per questo apprendimento.

Pertanto si presta molta attenzione affinché, in questo percorso di conoscenza, gli allievi possano essere partecipi con tutto il loro essere e, attuando come regola il motto “dalle mani, attraverso il cuore, alla testa”, si cerca di rendere attive e sviluppare le forze fondamentali dell’anima: volere, sentire e pensare.

Oltre ad approcciare la Matematica nel suo aspetto concreto e quantitativo, va tenuta in considerazione anche la qualità, o si dovrebbe dire l’identità, del numero. Presentando agli alunni le qualità del numero attraverso la caratterizzazione e la narrazione ed esercitando, tramite la concretezza di gesti e movimenti, l’apprendimento di conti e calcoli, essi sviluppano un tipo di comprensione che coglie alla fine un elemento concettuale, una verità. Attraverso l’esperienza delle qualità numeriche i bambini sperimentano inoltre fiducia e sicurezza: numero, mondo ed essere umano condividono la stessa natura.

Il modello di calcolo diffuso dalla cultura attuale procede per sintesi: da una operazione si arriva a un risultato: ad esempio, partiamo da un’unità, vi accostiamo una seconda, una terza unità e così via, dandoci un gran da fare a contare in modo sommativo, accostando una quantità all’altra. Ma i bambini non hanno un’intima comprensione del contare in modo sommativo, e anche nella storia dell’uomo il contare si è sviluppato da una totalità ( l’Uno)alla molteplicità (il due, il tre e così via, che sono contenuti nell’unità) e il calcolo in modo analitico, dal tutto alle parti, cioè partendo da un risultato e arrivando agli operandi: è ripercorrendo questo processo, dice Rudolf Steiner, che il bambino fa un’esperienza di libertà nel pensiero.

delle qualità dei numeri. L’approccio immaginativo raggiunge due obiettivi: da un lato educa i sensi attraverso l’esperienza del movimento; dall’altro permette di interiorizzare profondamente quanto sperimentato, trasformandolo in attività dell’anima (ad es. nel calcolare), scopo che non può essere raggiunto ricorrendo unicamente alla presentazione logica e puramente simbolica. Per permettere ai bambini di padroneggiare liberamente l’aspetto quantitativo del numero, occorre esercitare le numerazioni e le tabelline attraverso movimenti ritmici (battito delle mani, dei piedi, saltelli…). Si presentano le quattro operazioni procedendo dall’intero alle parti (nell’addizione si parte dalla somma, nella moltiplicazione dal prodotto, ecc.).

Nelle classi quarta e quinta, dopo il nono anno, ovvero quando la precedente armonia tra il mondo esterno e quello interiore si è frantumata, il curriculum Steiner-Waldorf prevede che i bambini lavorino con i numeri frazionari, incontrando così nell’apprendimento qualcosa che hanno già sperimentato in sè stessi. In seguito imparano a calcolare con i numeri decimali.

Quando si avvicinano alla pubertà, in un periodo in cui la loro vita di sentimento si espande in ogni direzione, i ragazzi possono trovare grande giovamento dalla Matematica, la quale non richiede opinioni o rappresentazioni soggettive, bensì principalmente attenzione, soprattutto in relazione alle proprie capacità di formare pensieri. Se l’allievo, attraverso l’esercizio, riesce a muoversi con sicurezza nel mondo delle leggi della Matematica, conquista anche autostima e fiducia nel pensare, ma affinchè questo non diventi egoistico è importante indirizzare i pensieri verso necessità pratiche di vita, sviluppando nel ragazzo interesse per il mondo. Per questo motivo si introducono nelle lezioni elementi di contabilità, in modo tale da suscitare l’elemento morale nel campo economico.

Negli ultimi anni del ciclo, dopo il dodicesimo anno, l’allievo è pronto per sperimentare il pensiero logico astratto. Questo passaggio evolutivo trova rispondenza nell’Algebra: essa conduce dalla mera attività del calcolo all’osservazione del processo e alla scoperta delle leggi generali.

Sin dal primo anno di scuola, la Geometria viene praticata attraverso il “Disegno di forme”. In esso la linea viene liberata dalla sua funzione di rappresentare degli oggetti e diviene essa stessa oggetto, acquistando così una nuova forza. Lo scopo del Disegno di forme è risvegliare nell’allievo il senso della forma e del movimento. Se l’allievo ha imparato ad orientarsi per mezzo del movimento sia in classe, sia sul foglio di carta, può affrontare fattivamente i problemi legati allo spazio. Semplici linee in rapporto di simmetria, prima solo destra-sinistra, poi anche sopra- sotto,; metamorfosi di figure con un proprio equilibrio interno; linee che creano incroci; nodi celtici fino ad arrivare ai motivi decorativi delle civiltà antiche: sono tutti motivi che costituiscono tappe importanti prima del passaggio alla linea astratta del disegno geometrico e tecnico, a cui si arriva in quinta e sesta classe e che viene approfondito in settima e ottava classe.

In questi anni, uno dei principali obiettivi della Geometria è di sviluppare e coltivare l’abilità di visualizzare lo spazio. Il complesso di regole, conoscenze e tecniche inerenti gli argomenti viene insegnato con complessità crescente in relazione all’età. La qualità estetica è sempre presente, ma scaturisce ora non più dalla dinamica, ma dall’ordine; per questo motivo l’allievo deve imparare a usare propriamente gli strumenti per il disegno tecnico. Perché questa materia non diventi improvvisamente qualche cosa di astratto, si fa in modo che l’allievo sperimenti la meraviglia, attraverso la precisione e la bellezza delle figure geometriche ottenute. In seguito, i ragazzi di settima e ottava classe dovranno comprenderle con il pensiero, ricercando e formulando le leggi della Geometria, ma per farlo bisogna conoscere adeguatamente il linguaggio delle dimostrazioni; e per i ragazzi, che sono alla ricerca di forme di espressione individualizzate, e diventa importante confrontarsi con tale linguaggio di questa disciplina, oggettivo e privo di emozioni.

In classe ottava si aggiungono i poliedri ed i solidi di rotazione.

Scienze naturali e sperimentali

L’intera struttura del percorso scolastico Steiner-Waldorf è profondamente legata al concetto di Terra come organismo vivente. Il metodo d’insegnamento stesso, muovendosi dall’intero alle parti, lo conferma e incoraggia gli allievi a mantenere un punto di vista di questo tipo, nei loro studi, e in tutte le diverse età. E così, un’attiva percezione delle stagioni negli anni del giardino della scuola dell’infanzia, un senso di unità rivelato dalle relazioni tra piante e animali nei primi anni del ciclo e un approccio al pensiero analitico e olistico più avanti, danno il loro diverso contributo per la comprensione dei processi viventi.

Le discipline scientifiche vengono introdotte come materie specifiche solo dopo il nono anno, quando il bambino sviluppa un naturale interesse verso il mondo, in quanto egli inizia il lungo percorso di individualizzazione: prima di questo momento esse sono tutte molto compenetrate e strettamente legate a quell’esperienza di totalità che il bambino vive.

Nelle prime tre classi vengono anticipati propedeutica in maniera propedeutica per il successivo sviluppo dell’approccio scientifico. Le storie che vengono scelte in questi anni riflettono i cambiamenti interiori che il fanciullo sperimenta rispetto al suo rapporto col mondo esterno. In prima e seconda classe le storie narrate trattano il principio fondamentale della trasformazione e attraverso un linguaggio immaginativo i bambini imparano anche a percepire come le forze naturali siano legate tra loro e ai diversi regni della natura. In seguito tutte queste relazioni saranno affrontate con un approccio scientifico che richiederà una chiarezza intellettuale che ora non a sono disposizione del bambino.

In terza classe le narrazioni tratte dalla Genesi danno un’immagine olistica della creazione della Terra, delle piante, degli animali e dell’uomo. Gli aspetti scientifici si trovano ulteriormente inseriti nel percorso didattico in molte occasioni, ad esempio quando si affrontano i diversi mestieri dell’uomo mediante uscite didattiche ed esperienze pratiche.

Zoologia

La Zoologia come disciplina a sé viene trattata in quarta classe, partendo dall’Antropologia. Vengono messe a fuoco le qualità uniche dell’essere umano, quali la posizione eretta e la conseguente libertà delle mani. Si mette in evidenza il fatto che l’armonica tripartizione insita nella fisiologia del corpo umano, che vede un polo superiore (testa e sistema nervoso centrale), uno mediano (tronco e sistema ritmico), ed uno inferiore (arti e metabolismo), nel mondo animale si manifesti all’osservazione solo in forme unilaterali: infatti, mentre ogni specie animale possiede caratteristiche specifiche, che si sono sviluppate a danno di altre, l’essere umano è meno specializzato e deve sopperire alle proprie carenze con la tecnica. Così, lo studio di ciascun animale diviene un’occasione per evidenziare alcune strutture e qualità che ha particolarmente sviluppato portandole fino alla perfezione.

Per seguire un metodo di osservazione qualitativo si procede considerando animali che possiedono caratteristiche polari e li si studia suddivisi secondo le loro principali caratteristiche alimentari e funzionali: erbivori, che hanno un particolare apparato metabolico; carnivori, che cacciano e si servono dei loro artigli e della forza dei denti; uccelli, dotati di particolare piumaggio e capaci di volare. Si mettono in risalto anche le loro facoltà: la vista dell’aquila dalle altezze, l’equilibrio di forza, agilità e coraggio nel leone, l’impeto volitivo del toro: nell’essere umano queste qualità si manifestano come facoltà interiori, ciascuna delle quali si armonizza con le altre, tanto che egli può essere considerato come la sintesi e l’archetipo di tutto il regno animale.

Tutto questo insegnamento viene sostenuto ed approfondito con attività artistiche quali la pittura, il disegno, il modellaggio della creta.

Botanica

Arrivati in quinta classe, i bambini entrano in una fase di grande armonia fisica e animica: è arrivato allora il momento giusto per lo studio delle piante e dei loro processi di crescita e metamorfosi. Sentimenti di rispetto, gratitudine e interesse devono permeare queste lezioni, affinché i bambini percepiscano la Terra come un essere vivente. Ogni pianta viene osservata nel contesto in cui cresce così che risultino evidenti i suoi legami con il terreno e il clima.

Uno studio più analitico, che arriva fino alla fotosintesi clorofilliana, verrà condotto più avanti in settima classe. Nel ciclo primario è invece fondamentale che i bambini apprezzino la varietà delle specie vegetali che ricoprono la Terra, ne notino i gesti particolari e diversi da specie a specie, le relazioni tra radici, foglie, fiori e frutti.

Lo studio delle piante richiede calma, un’osservazione accurata, sensibilità per le forze di crescita, la capacità di seguire le forme nel loro processo di trasformazione e metamorfosi. Gli studi di Goethe sui vegetali e gli studi più recenti costituiscono una ricca e preziosa fonte di materiale per guidare gli allievi con questo approccio olistico. Vengono presentate alcune piante-tipo, secondo un criterio di filogenesi, da cui risulta un parallelismo con lo sviluppo dell’essere umano (funghi, licheni, alghe, equiseti, felci, gimnosperme, angiosperme,).

In settima classe è importante che i ragazzi sappiano individuare gli alberi che crescono nel territorio in cui vivono, conoscano la varietà degli ambienti – deserti, foreste, tundre, ecc.-, la progressione della vegetazione dai Poli all’Equatore e dalla cima della montagna al mare.

Vengono trattati l’osservazione della germinazione e della crescita dei semi, le forme e le funzioni di radice, fusto, foglia, fiore, frutto, comparando le diverse piante ed evidenziando le loro polarità; ecosistemi di piante e animali nelle loro relazioni con il suolo e gli agenti atmosferici.

Anche attività pratiche di coltivazione o cura di una pianta rappresentano un mezzo efficace per avvicinare in modo attivo l’interiorità dell’alunno al mondo vegetale.

Geologia e Mineralogia

A partire dalla sesta classe i ragazzi, da un punto di vista fisiologico, sperimentano sempre di più le modificazioni del sistema osseo. Se negli anni precedenti si muovevano con una certa grazia, grazie al tono muscolare, ora si lanciano vincere dalla gravità e dalla pesantezza e i loro movimenti diventano impacciati e scomposti. Nel prendere in esame il mondo dei minerali si porta loro incontro proprio il regno in cui sono finalmente entrati. E’ importante che questa materia sia presentata a partire dal generale per arrivare al particolare: si parte da un argomento di Geografia (la forma delle montagne) e da qui si prosegue trattando le rocce e i minerali. Nello studio della Geologia la Terra viene presentata come un organismo vivente: si illustrano le ere geologiche, il nucleo, la litosfera, l’idrosfera, l’atmosfera.

Astronomia

Per ampliare la coscienza e la conoscenza dell’ambito spaziale è importante che i ragazzi si colleghino anche al cielo, mediante lo studio dell’Astronomia. L’esperienza vissuta durante l’osservazione del cielo stellato agisce anche sulla vita di sentimento dei ragazzi, perché desta in loro il senso della maestosità e della grandezza dell’Universo che li circonda, e li collega a quello che poeticamente si può chiamare l’infinito. Alla fine della sesta classe vengono effettuate osservazioni del percorso del Sole nel cielo. Gli alunni approfondiscono lo studio dell’Orientamento iniziato negli anni precedenti, in particolare la rilevazione dei punti cardinali, e di argomenti quali la latitudine e la longitudine.

In settima classe viene compiuta l’osservazione di un intero ciclo lunare. Viene poi effettuata l’uscita di Astronomia (vedi C1, Uscite didattiche, pag. 53), in cui i ragazzi sono impegnati per una intera giornata (dì e notte) nella preparazione e nell’osservazione del movimento di alcune costellazioni e dei pianeti visibili in quel periodo. Tali esperienze pratiche vengono accompagnate dallo studio della storia e dell’evoluzione della scienza astronomica. Vengono presentate la visione tolemaica e quella copernicana; il sistema solare; i movimenti dei pianeti, della Terra e della Luna.

Fisiologia

Nelle ultime classi del ciclo si ritorna a studiare l’uomo, adesso sotto l’aspetto delle pratiche igieniche e alimentari, fino ad arrivare ad avere una chiara conoscenza della differenziazione degli organi, delle loro funzioni e dell’armonica interazione dei vari sistemi. Viene proposta un’immagine dell’organismo umano unitaria, e non come la somma di pezzi di ricambio. Vengono presentati i processi della digestione, della respirazione, della circolazione e gli organi ad esse preposti; i sistemi muscolare, scheletrico e nervoso; alcuni organi di senso, la laringe come organo della fonazione, la riproduzione.

Fisica

Lo studio della Fisica si introduce a partire dalla sesta classe. Anche in questo campo, si parte dall’elemento pratico-sperimentale, si elabora l’esperienza attraverso l’elemento artistico e si giunge infine a quello intellettuale-astratto. Si affronta dapprima l’acustica, mettendola in rapporto con la musica, si prosegue con l’ottica e allo studio dei fenomeni cromatici e luminosi, per arrivare allo studio dei fenomeni del calore, dell’elettricità, del magnetismo, dell’idrostatica e dell’aerostatica. Caratteristico della settima classe è lo studio della meccanica, che corrisponde allo sviluppo del sistema osseo e muscolare che i ragazzi sperimentano in questo periodo.

Ciò che viene percepito nel corso degli esperimenti viene portato a coscienza grazie alla stesura di puntuali relazioni ed acquisisce infine la veste concettuale della legge fisica alla base dell’esperienza; tali passaggi introducono i ragazzi nel processo di ricerca e li aiutano ad incontrare il mondo fenomenologico in modo più desto ed approfondito: la realtà non è contenuta in un concetto astratto, ma in un’osservazione sistematica ed esaustiva, che unisce la percezione al concetto.

Chimica

La Chimica viene introdotta in settima classe come chimica inorganica, per dare agli allievi hanno l’opportunità di conoscere il mondo delle sostanze e scoprire le loro caratteristiche. Questa disciplina offre numerose opportunità di compiere esperimenti interessanti: dall’osservazione delle trasformazioni operanti nel processo di combustione e raffreddamento del calcare, si passa allo studio di acidi e basi fino alle reazioni dei metalli. Nelle lezioni sono sempre inclusi gli aspetti storici e culturali delle varie tecnologie.

La Chimica in ottava classe affronta i processi organici: l’essere umano nel quale questi hanno luogo è il punto di partenza e il centro di interesse di queste lezioni. Capire i processi della vita organica, la creazione e la metamorfosi delle sostanze richiede una capacità di pensiero attiva e immaginifica: l’obiettivo è di sviluppare dei concetti e destare allo stesso tempo un senso di responsabilità per il processo della conoscenza.

Ribadiamo che il punto di partenza per l’insegnamento della Fisica e della Chimica è il fenomeno vissuto; si arriva all’astrazione delle leggi solo dopo l’effettuazione e l’osservazione dell’esperimento e la riflessione su di esso.

Tecnologia

Premessa

Le attività manuali–tecnologiche nel quadro della pedagogia steineriana non hanno come unico obiettivo quello di rendere abili le mani, esercitando azioni sensate; invero, data la collocazione delle mani -tra testa e piedi-  il loro movimento che si ripete ritmicamente contribuisce in modo significativo non solo al rafforzamento della volontà, ma anche alla formazione di un pensiero in grado di decidere autonomamente. L’esercizio della motricità sottile è considerato elemento di grande importanza per lo sviluppo dell’intelligenza, e Rudolf Steiner lo sottolinea chiaramente: “Più saremo coscienti…del fatto che l’intelletto si sviluppa a partire dai movimenti degli arti, meglio sarà”.

Questo motivo sta alla base del curriculum, sia di quello del lavoro manuale che di quello generale: pensare e comprendere sono facoltà che si sviluppano dall’attività e dal movimento, e il pensiero vivente è un movimento interiorizzato.

Il curriculum di Tecnologia svolge pertanto un ruolo fondamentale nell’ambito dell’esperienza dell’apprendere attraverso il fare, e infatti le attività pratiche sono parte integrante del curriculum, e non limitate alle lezioni specialistiche. Le abilità manuali vengono insegnate con cadenza settimanale o a periodi regolari, integrando il curriculum generale e sviluppando delle competenze che portino gradualmente alla tecnologia moderna. L’aumento delle manifestazioni di difficoltà nell’apprendimento o di problemi di comportamento può significare che esiste un divario fra le forze del volere e quelle del pensare: in questa ottica, “imparare facendo” aiuta a colmare la distanza, perché favorisce il collegamento tra l’attività degli arti e la comprensione del capo. In definitiva, le mani aiutano a risvegliare i processi di concettualizzazione e di riflesso l’analisi e la riflessione sugli atti compiuti e il prodotto finale illuminano di consapevolezza l’agire delle membra.

Lavoro manuale

In lavoro manuale le polarità sopra/sotto, pesante/leggero, chiaro/scuro, dentro/fuori sono alla base delle attività degli allievi di tutte le classi. Esse hanno un utilizzo pratico e viene sempre sottolineata la loro funzione, nell’intento di risvegliare in chi produce un manufatto la consapevolezza di lavorare nell’interesse sociale e tenendo in considerazione il lavoro altrui.

Il rispetto per il materiale e per le sue origini, l’utilizzo di oggetti usati e segnati dall’uso costituiscono inoltre le basi della responsabilità individuale nei confronti dell’ambiente e delle risorse naturali.

Gli alunni, guidati a prendere dimestichezza con i vari materiali, vengono in concreto accostati al mondo dei processi elementari.

Nelle prime classi i bambini hanno l’opportunità di lavorare a lungo, utilizzando solo le mani, i materiali più disparati a disposizione, sperimentando così le loro diverse qualità attraverso il tatto e l’olfatto, per imparare a utilizzarli in modo confacente. Nelle classi più alte affrontano lo studio dell’origine dei materiali, i processi di produzione e la merceologia.

Il curriculum si ricollega alle lezioni di epoca nel senso che quando durante le lezioni di storia e geografia apprendono gli aspetti economici dell’industria della lana (o di altri prodotti naturali), gli alunni ne hanno già fatto in precedenza conoscenza pratica e prolungata.

Per esempio, durante le lezioni di storia e geografia apprendono gli aspetti economici dell’industria della lana, di cui posseggono quindi già un’ampia conoscenza e pratica. Questo esempio può essere esteso anche al legno, al cotone, all’argilla, ai metalli ed altri materiali naturali.

Le tecniche di lavorazione e gli arnesi utilizzati aumentano in complessità con lo sviluppo delle capacità degli alunni, ma soprattutto accompagnano e risvegliano le facoltà dell’essere umano in formazione. Il fine pratico è il confezionamento di manufatti utili di uso quotidiano.

Con la pubertà gli allievi acquistano un’intima consapevolezza del rapporto di causa ed effetto, ed una necessità di comprendere il funzionamento meccanico degli oggetti. Si può quindi iniziare ad utilizzare la macchina da cucire a pedale. Per usarla appropriatamente, i ragazzi ne devono comprendere la struttura e la funzione. L’utilizzo di questa macchina dà l’opportunità di esercitare la coordinazione fra ritmo del piede (volontà), abilità manuale (sentire), ed attenzione (pensiero). Si approfondisce lo studio dei materiali e le attività vengono progettate e documentate.

Lavorazione del legno – Falegnameria

Nelle prime classi gli alunni prendono dimestichezza con il legno e alcuni arnesi semplici attraverso la realizzazione di piccoli oggetti.

Solo però dalla sesta classe la lavorazione del legno assume una valenza artistico-artigianale ed entra quindi a far parte del curriculum. Gli allievi si specializzano nell’uso di attrezzi professionali: sega, scalpello, raspa, martello e sgorbia.

Si realizzano oggetti utili di uso quotidiano, giocattoli e oggetti artistici.

Giardinaggio e Orticoltura

Il giardinaggio conferisce agli allievi una reale comprensione dei cicli della natura e fa in modo che acquisiscano esperienze attraverso un’attività pratica. Lavorando e facendo osservazioni nel corso di diversi anni e facendo regolarmente rapporto di ciò che vedono ed imparano, essi gettano le fondamenta della loro futura capacità di giudizio e di responsabilità nei confronti dell’ambiente.

In terza classe si ha il primo contatto con l’orto della scuola, che verrà coltivato nel corso degli anni.

Le vere e proprie lezioni di giardinaggio iniziano nella prima pubertà e possono costituire una reale forma di sostegno pedagogico: in questo periodo di cambiamenti fisici e psicologici esse conferiscono una certa stabilità, poiché il lavoro sensato rafforza le membra.   L’occasione di prendersi cura di un pezzetto di terra per alcuni anni per migliorarne la qualità e imparando come si ottiene e si utilizza il composto organico, oppure la coltivazione di giovani piante e la cura delle aiuole dell’orto, raccogliendo i frutti del loro lavoro, pone negli alunni le basi per un pratico senso di responsabilità.

Disegno tecnico

In sesta classe giunge al culmine il lavoro svolto a mano libera negli anni precedenti mediante il Disegno di forme. I ragazzi sono introdotti all’uso degli strumenti per il Disegno geometrico; negli anni seguenti apprendono le leggi della prospettiva, dell’assonometria, delle proiezioni ortogonali, dello studio delle ombre: in tal modo sviluppano le loro facoltà di immaginazione, di rappresentazione e di astrazione. Viene anche loro portata l’idea che l’elemento tecnico è in relazione a quello estetico, che un qualsiasi oggetto può essere al tempo stesso tecnicamente adatto allo scopo per cui è stato costruito ed avere una bella forma.

Forme di energia

Negli ultimi anni del ciclo è importante che gli alunni inizino a comprendere gli ambiti legati alla produzione di energia e sviluppino sensibilità per i problemi economici, ecologici e della salute legati alle varie forme e modalità di produzione. In seguito allo studio degli argomenti dell’elettricità e del magnetismo, in ottava classe vengono proposti dei laboratori per la realizzazione di impianti e  motori elettrici semplici.

Tecnologia applicata

Nella settima classe, con lo studio della Fisica, vengono introdotti i primi elementi di meccanica. Gli allievi desiderano ora applicare ciò che hanno appreso: ad esempio il pendolo, la manovella, la leva, l’altalena, ecc., vengono applicati a gru, mulini, propulsori, ecc. Si possono intraprendere progetti più ampi, come la costruzione di altalene, mobili semplici, adottando eventualmente la modalità del lavoro di gruppo.

Tecnologia informatica

Lo studio dello sviluppo e dell’utilizzo delle varie tecnologie applicate nei vari ambiti della società viene formalmente iniziato con l’introduzione delle Scienze naturali e sperimentali.

L’importanza basilare che riveste la diffusione della tecnologia informatica, l’approccio pedagogico verso di essa e l’uso che ne fanno le nuove generazioni vengono contestualizzati entro i cambiamenti storici, culturali, sociali e tecnologici.

L’alfabetizzazione informatica è considerata una competenza che deve venire introdotta e sviluppata formalmente dopo la pubertà, e non prima di aver raggiunto una maturazione della sfera del ritmo e l’affermarsi del pensiero astratto.

Attività alternativa allo studio della religione

L’identità della scuola si fonda sulla pedagogia di Rudolf Steiner e sulla sua antropologia, che, per come propone i contenuti, coltiva in ogni punto del piano di studi aspetti scientifici, artistici e religiosi.

Sin dalla prima classe l’insegnamento è intriso di religiosità, non nel senso di appartenenza ad una specifica confessione, ma in modo tale che ogni materia portata al bambino possa venire vissuta da lui sin nel profondo del suo essere. Nella scuola Waldorf sono incluse tutte le confessioni ed è lasciata massima libertà di scelta alle famiglie e all’individuo.

In prima classe viene portato incontro al bambino il mondo archetipico della fiaba, in cui ogni elemento e personaggio si collega direttamente con le parti più intime e spirituali dell’essere umano. Dalla seconda classe, con i racconti delle vite dei santi, e in terza classe con i racconti legati all’Antico Testamento, si pongono le basi per un’apertura della Cristianità e dell’Ebraismo, nel rispetto fondamentalmente delle tappe di crescita più importanti, legate allo sviluppo dell’uomo in generale piuttosto che alla pratica di un culto di appartenenza. Dalla quarta classe in poi vengono affrontate le cosmogonie antiche: quelle nordiche; quella indiana, persiana, egizia e assiro-babilonese; in seguito quella greca e romana fino ad affrontare la nascita del Cristianesimo e il sorgere e diffondersi dell’Islamismo nei secoli successivi. Tutto si lega in modo imprescindibile alle altre materie scolastiche, alle narrazioni, alla storia, alla geografia, allo sviluppo della scienza e della tecnologia, all’arte e alle tematiche sociali che si affronteranno durante gli ultimi anni di scuola. L’umanità in qualche modo ha sempre sentito che il rapporto tra lo spirito umano e la materia non è automaticamente armonico, ma è una questione di libertà, e questa è indissolubilmente legata alla necessità dell’uomo di essere “educato”, nel senso di “tirar-fuori” o coltivare ciò che è già insito nella sua natura individuale.