Se nel I settennio il bambino è dominato dal principio dell’imitazione, che lo rende essenzialmente non libero, ma che permette di educare profondamente il suo corpo, la sua volontà e le sue abitudini in base ai ritmi della famiglia e dell’asilo, il II settennio è caratterizzato da un principio diverso e nuovo nella vita del bambino.

Questo è il principio dell’autorità: si manifesta gradualmente a partire dal settimo anno e prende piede, nell’anima del bambino, man mano che si spegne quello dell’imitazione, normalmente nel giro di due o tre anni. In questo periodo il bambino sano riconosce naturalmente l’autorevolezza dell’insegnante, mentre nel prosieguo del settennio ciò viene messo alla prova sempre più esplicitamente, fino all’opposizione caratteristica dell’adolescenza.

Nel corso del II settennio il bambino sente profondamente il bisogno di una figura adulta, esterna alla famiglia, che porti l’insieme delle sue esperienze su un nuovo piano: cioè allontanandosi gradualmente da una condizione di immersione nel mondo e prendendone coscienza in modo sempre più oggettivo. Quando l’alunno nutre fiducia, rispetto e venerazione nei confronti degli insegnanti, questo processo si svolge nel modo più salutare possibile.

L’aspetto che, durante l’intero II settennio, contribuisce maggiormente a rendere salutare il rapporto tra l’alunno e gli insegnanti è l’impegno speso da questi ultimi per configurare l’insegnamento in modo artistico: cioè ricco di arte in senso pratico (esercitando le arti e impregnando d’arte ogni attività, anche l’insegnamento intellettuale) e con una sincera partecipazione di sentimento dell’insegnante. Questi elementi nell’anima dell’educatore sono gli aspetti che si evidenziano come i più efficaci, anche quotidianamente.

Compiuta una prima fase di crescita corporea nel I settennio, nel II sorgono nuove forze nell’anima del bambino che permettono lo sviluppo dei suoi sentimenti e dei suoi pensieri. Come il corpo del bambino (il suo strumento per compiere le azioni) viene educato in modo speciale durante il I settennio tramite abitudini e cibo sani; come il pensiero (il suo futuro strumento per valutare le azioni) viene educato e nutrito in modo speciale durante il III settennio, tramite modelli, processi di pensiero ed ideali adeguati, così il sentimento (la vera sorgente delle sue future azioni) viene educato in modo speciale durante il II settennio: si tratta di contribuire a sviluppare ed educare quell’aspetto esclusivamente umano che rende possibile, in un adulto, agire nel mondo e giudicare gli eventi del mondo in base ad elementi morali.

Dovendo svolgere questo fondamentale compito, l’insegnante dispone dell’arte quale strumento principe dell’educazione dei sentimenti dell’alunno: questo è di importanza fondamentale, poiché l’educazione a ciò che porta in sé bellezza (come un gesto mosso dal cuore, un contrasto tra colori, l’equilibrio di una forma, la poesia del linguaggio, l’armonia dei numeri, la ricchezza della natura) è la base per perseguire ciò che è concreto, vero e giusto nell’intera vita futura. Ciò avviene poiché il sentimento viene intessuto unendo, nell’anima dell’alunno, azioni ed immagini, volontà e pensiero, esperienza e concetto, sempre in modo artistico.

Così l’esercizio ritmico e continuo delle arti legate allo spazio (pittura, modellaggio, disegno artistico, disegno di forme) e al tempo (euritmia, musica, recitazione, poesia) compie una profonda formazione della sfera emotiva.

Gli insegnamenti intellettuali configurati artisticamente (ad esempio movendosi attraverso diverse epoche di insegnamento e portando al raggiungimento autonomo dei concetti a partire dall’esperienza) e supportati dall’elaborazione artistica (come ad esempio l’uso della creta e della pittura per la rappresentazione di temi legati alla geografia) aiutano l’alunno a prendere coscienza del mondo e di sé stesso, sviluppando il pensiero in modo autonomo, aderente alla realtà e collegato alla propria volontà.

Il sempre caldo entusiasmo dell’alunno per questo contesto agisce sulla memoria, sul raggiungimento dei concetti e sulla propria soddisfazione.

In questo modo si consolidano spontaneamente i risultati didattici, si conseguono forza e duttilità nelle attività creative e immaginative, assieme allo sviluppo di un pensiero libero e desideroso di agire concretamente nel mondo.