Il “Passaggio del Rubicone”

Intorno al nono anno si verifica una cesura importante nello sviluppo del futuro uomo: il bambino desidera conoscere il mondo e vede il suo maestro sotto una nuova luce: si aspetta che colui che è stato oggetto del suo amore infantile diventi degno di venerazione cosciente, e ha bisogno di sentire che questa venerazione è giustificata. L’educatore deve agire con molta attenzione, tatto e saggezza, per prevenire nei bambini le delusioni a cui essi vanno facilmente incontro a questa età, specie nei confronti degli adulti.

In generale, dunque, durante la terza classe finisce un periodo e ne comincia uno nuovo: si chiude la porta sul ‘mondo d’oro’  della vita prenatale, che ha caratterizzato la coscienza del primo settennio, e si comincia ad attraversare metaforicamente un ‘ponte’, si affronta una fase che Rudolf Steiner definisce, richiamandosi a un fatto storico, il “passaggio del Rubicone”. Nel silenzio che si instaura dopo la chiusura delle porte del mondo divino il bambino inizia a sentire e ad ascoltare la sua voce interiore: se prima era immerso nel suono del mondo, che assorbiva con i sensi senza filtri, pregiudizi e antipatie, ora che il mondo esterno tace risuona, al suo posto, il proprio sé.

Ai grandi cambiamenti che coinvolgono il suo organismo fisico, segue una metamorfosi della vita di sentimento. L’unità che il bambino viveva con il mondo si modifica; si fa strada in lui l’esperienza di una vita interiore e soggettiva, contrapposta alla realtà oggettiva del mondo. Domande, dubbi, senso di solitudine e una nascente tendenza alla critica sono caratteristiche emergenti della sua vita emozionale e relazionale, che sono accostate e bilanciate da una nuova meraviglia nel vedere il mondo con occhi diversi. Ora il bambino è maggiormente più presente in ciò che fa e maggiormente congiunto con le proprie emozioni. 

Italiano

Nella lingua madre, secondo il programma di Caroline von Heydebrand, si espone a descrivere in forma scritta ciò che si legge e si sperimenta: si comincia richiedendo al bambino di descrivere avvenimenti nelle modalità che egli si sente in grado di padroneggiare, si prosegue fino a metterlo in condizione di conseguire, tramite il suo impegno, nuove forme compositive e di correggere, adeguare e perfezionare l’espressione scritta. Questo processo graduale è accompagnato e favorito dall’insegnamento di Grammatica e Scrittura.

Il conseguimento di queste abilità nella composizione scritta viene accompagnato da un adeguato percorso di apprendimento della grammatica e della scrittura in genere. 

Si introduce la scrittura in corsivo, che verso la fine dell’anno viene allenata mediante dettati. Si esercita la capacità di riassumere una lettura o un racconto, curando in modo specifico l’articolazione e le strutture del linguaggio. La narrazione si basa sui racconti tratti dall’Antico Testamento. Il lavoro di descrizione delle esperienze vissute si basa solitamente sulle osservazioni fatte durante le uscite didattiche.

Si passa dalla lettura corale a quella individuale: si imparano poesie e filastrocche dedicate alla natura e ai mestieri dell’uomo.

Si propongono poesie e filastrocche dedicate alla natura e al lavoro dell’uomo.

Si studia la costruzione grammaticale della frase presentando in modo immaginativo le principali parti del discorso (nome, verbo, aggettivo). Si consolida la conoscenza delle difficoltà ortografiche copiando filastrocche contenenti i gruppi consonantici e i suoni particolari, e si porta a coscienza il significato e l’uso corretto dei segni di interpunzione. Lo studio della grammatica corrisponde alla coscienza del bambino che si distingue come individualità dall’ambiente circostante.

Narrazione

Con il racconto biblico della Creazione (Genesi) si avvicina il bambino, in modo graduale e in forma immaginativo-simbolica, alla conoscenza del mondo in cui vive e si risponde alle domande esistenziali che sorgono in questa fase della vita: in questo senso, il mito della cacciata dal Paradiso rappresenta l’abbandono dello stato di grazia, l’acuirsi della coscienza e la nascita dell’autocoscienza; l’esodo del popolo di Israele, guidato da Mosè, la prima affermazione dell’Io in contrapposizione al mondo, tipica del “passaggio del Rubicone”.

Si racconta anche la nascita dei primi mestieri, presentandoli come qualità delle azioni umane che hanno permesso di abitare il mondo: questo elemento narrativo viene accompagnato da corrispondenti esperienze didattiche. Viene affrontato anche il tema del Male, a cui il bambino apre gli occhi nel mondo, a partire dalle vicende di alcuni personaggi biblici: immagini potenti che risuonano silenziosamente nella sua interiorità.

Nell’immagine delle Tavole della Legge si porta incontro al bambino l’idea del necessario ordinamento sociale che egli si aspetta venga stabilito dal maestro, di cui sente fortemente il bisogno, così come nel racconto biblico l’uomo ha bisogno della guida di Dio.

Matematica

Si esercitano le quattro operazioni, in rimo luogo per portare chiarezza sulla formalità di esecuzione; si eseguono calcoli con le migliaia, a più cifre – escluso il divisore, che rimane a una cifra o al massimo arriva fino alle cifre delle tabelline (10, 11 e 12); si possono introdurre anche le “prove delle operazioni”, con le quali il bambino ha la percezione di sviluppare una certa autonomia.

Attraverso esperienze pratiche si introduce il concetto di misura: dapprima quella di lunghezza, poi di tempo, capacità e peso. Si lavora sul sistema decimale, coi suoi multipli e sottomultipli, e si giunge alla loro rappresentazione numerica con l’uso della virgola.

Queste nuove nozioni vengono insegnate tramite la risoluzione di problemi legati ad aspetti della vita pratica: in tal modo, acquistano un senso reale per il bambino e gli diventano più comprensibili. La sinergia di conoscenze ed esperienze è di grande importanza pedagogica: in questa fase di passaggio il bambino, che sperimenta la separazione dal mondo, sente che può farne parte sia con la comprensione (attraverso calcoli, misure, nozioni) sia con le azioni (mediante le esperienze legate ai mestieri).

Scienze naturali e sperimentali

Vengono introdotte le basi di geografia astronomica inerenti ai punti cardinali e al ciclo delle stagioni a partire dall’osservazione del corso del sole. Vengono poi diversificati qualitativamente i vari ambienti naturali (montagna, pianura, regioni polari, deserti) in relazione all’uomo che vi abita e si fa cenno alle specie animali e vegetali che vi abitano. Si trasmettono all’alunno gli strumenti per orientarsi nel mondo (spazio e tempo), tramite la conoscenza dei punti cardinali, dei venti, dei macro-ambienti, del ciclo dell’acqua.

Lezioni di vita pratica: i mestieri

Si cerca di favorire un inserimento più cosciente nella realtà attraverso l’esperienza diretta del lavoro dell’uomo. Vengono proposte attività pratiche legate a contesti agricoli e artigianali, quali la vendemmia, la raccolta delle castagne, la cura di un orto, piccoli lavori di muratura. Si visitano botteghe artigianali in cui si osserva e si fa esperienza diretta del lavoro del fabbro, del vasaio, del falegname, del calzolaio e così via. Viene approfondito il ciclo dei cereali attraverso esperienze di aratura, semina, raccolta e macina. Agricoltura e orticoltura favoriscono un’intima comunione del bambino con la terra, che sta per diventare la sua nuova patria.

Si cerca di far percepire all’alunno che tutti i mestieri sono connessi tra di loro e ogni uomo, col suo lavoro stabilisce il proprio legame con la natura e con tutti gli altri uomini, perché il suo lavoro produce beni di cui tutti usufruiscono.

Grazie al tema dei mestieri si pongono le basi per l’Antropologia e la Geografia della quarta classe. La forza dell’anima che si risveglia, la volontà, è il mezzo necessario per il superamento della fase critica del nono anno.

Disegno di forme

In terza classe il disegno di forme diventa estremamente ricco e articolato. 

Si esercita inizialmente il disegno dinamico, col quale si sperimentano gesti fluidi, ripetuti e regolari, risultato di alternanza fra tensione e distensione: il respiro del bambino acquista ritmo ed equilibrio, in funzione all’apprendimento del corsivo.

Il tema principale della discesa sulla terra è però esemplare nell’introduzione alla simmetria su asse orizzontale, che richiede maggiore coscienza rispetto a quella su asse verticale (più spontanea perché legata alla simmetria laterale dell’essere umano): qui viene richiesto di fare un rovesciamento tra ciò che proviene da un mondo superiore, rispecchiato in un mondo inferiore, un rispecchiamento tra alto e basso.

Si fa disegnare un cerchio e si cerca il suo centro, poi una figura chiusa qualsiasi e si cerca il suo baricentro. Si fanno eseguire disegni di “simmetria asimmetrica”, nei quali compaiono due forme, una dentro l’altra: le linee di quella inscritta possono riprodurre quelle della forma circoscritta oppure svilupparsi in senso contrario, e creare tensione e contrasto. Si disegnano anche le varie fasi di metamorfosi delle forme (un esempio è quello della “circonferenza doppia”, tracciata con due linee adiacenti di colore diverso, che una forza immaginaria preme verso l’interno a partire da un punto, passando attraverso progressivi stadi fino ad ottenere una nuova circonferenza, in cui la linea del colore esterno compare all’interno e viceversa: l’interno e l’esterno si sono rovesciati), in un processo che dura più giorni. Queste esperienze di disegno corrispondono alla condizione del bambino che si relaziona col mondo esterno mettendolo a confronto con la sua interiorità.

Processi di metamorfosi di forme-colore vengono proposti anche in pittura.

Infine, viene sperimentata la simmetria centrale, che rimanda alla spazialità dei quattro punti cardinali.

Materie artistiche insegnate dal maestro di classe

Tutte le forme e i contenuti proposti sono volti ad affinare la capacità di ricercare armonia e proporzione, e contribuiscono allo sviluppo dell’orientamento spaziale e al senso del tatto e dell’equilibrio del bambino affinando la capacità di ricercare armonia e proporzione. 

Pittura

Poiché con il nono anno il mondo, nella percezione del bambino, assume contorni più definiti, in pittura si cominciano a delineare delle immagini, pure se ancora a carattere evocativo, non illustrativo.

Vengono sviluppati i temi della Genesi e delle leggende bibliche, la raffigurazione dei paesaggi e degli ambienti geografici, i colori del cielo nelle diverse fasi della giornata. Le qualità intrinseche dei colori vengono fatte corrispondere alle qualità che si colgono nel mondo circostante.

Modellaggio

La cera viene gradualmente sostituita dalla creta, materiale freddo e pesante la cui lavorazione risveglia la coscienza del bambino perché richiede più autonomia nella creazione del modellato. In accordo con lo studio dei mestieri si producono piccoli lavori artistico-artigianali, che siano belli e utili: sperimentare uno scopo in ogni lavoro fa sì che i bambini sentano di poggiare saldamente sulla Terra. Si compongono casette in creta con la tecnica del colombino: questa tecnica a stratificazione è più adatta alla terza classe, che non è ancora pronta per sperimentare l’elemento concavo.

Musica

Il programma di musica in terza classe è molto ricco e accompagna tutte le materie, le attività e l’intero essere del bambino, dalla sfera animico-spirituale a quella fisico-corporea, aiutandolo a sperimentare il distacco dal mondo: l’introduzione della scala diatonica discendente gli fa percepire interiormente la discesa dal Cielo sulla Terra. In questo processo vengono armonizzate le sue parti costitutive.

Da un lato si propongono i canti, con testi e melodie originali, della tradizione ebraica: l’anima, cantando, si rivolge con nostalgia al passato, all’antica individualità di popolo, e il corpo astrale si collega alle forze dell’Io. Dall’altro lato, invece, si introducono canti sui mestieri dell’uomo, coi quali l’anima  entra in contatto con gli arti e attiva maggiormente le sue forze di volontà, impegnate nel lavoro e volte con gioia verso il futuro, le potenzialità e il destino. Alla fine di questo percorso al bambino vengono fatti ascoltare e provare diversi strumenti musicali: egli ha una prima esperienza di come tutto il nostro essere sia capace di adattarsi per fare arte: la discesa sulla Terra è giunta fin nelle membra.

Da qui in avanti verrà introdotto il canto a canone: i bambini sono pronti a cantare senza perdersi nell’ascolto o chiudersi in sé stessi. Il motto è: “Io canto nel mondo, il mondo canta in me”; esso esprime quel particolare equilibrio tra la pura individualità e le forze cosmiche, l’incontro tra volontà e coscienza che costituisce un altro piccolo passo verso la libertà.

Lingue Straniere comunitarie

In terza classe si aggiungono vocaboli a quelli già imparati (ad esempio i numeri ordinali e gli oggetti della casa) e si introducono i termini per indicare l’età e gli orari, il vestiario, i mezzi di trasporto, i mestieri. Si cominciano a mettere in scena piccole rappresentazioni.

Euritmia

Nel bambino comincia a liberarsi la sfera del ritmo: lo si percepisce dal respiro più regolare e dal nuovo equilibrio che afferra l’intera figura; i gesti si svincolano dalla pura imitazione e acquistano slancio interiore. Si esercita il gesto di concentrazione ed espansione per sostenere l’equilibrio tra le polarità di inspirazione ed espirazione: così il bambino scopre di abitare in due spazi, uno interno e uno esterno; si introducono movimenti a spirale per domanda e risposta e si fa l’esperienza musicale della terza minore e della terza maggiore. Per rafforzare la percezione della vita dell’anima viene differenziato nettamente il lavoro degli arti superiori, più espressivi, da quelli inferiori.

L’esperienza della temporalità si intensifica: si fa percepire al bambino che ogni attività ha una propria durata e un proprio ritmo. Si compiono movimenti spaziali corrispondenti a frasi musicali o poetiche; si lavorano testi legati all’esperienza ritmica del corso dell’anno (in rapporto all’epoca di agricoltura); si esercitano vari ritmi legati ai mestieri, impegnando sia destrezza che sensibilità. La ciclicità si sperimenta anche esercitando il passo armonico equilibrato: in esso la forza di gravità della Terra viene vinta dalla forza dell’individualità, e si manifesta al massimo grado la dignità dell’animo umano come intima forza religiosa.

Lo spazio viene vissuto come espansione delle proprie coordinate corporee; il centro dello spazio diventa la propria figura: il bambino riesce ad orientarsi in tutte le direzioni, quindi può sostenere l’esecuzione frontale di alcune forme spaziali.

L’interiorità del bambino si apre al mondo, scorgendovi i processi naturali come movimenti; gli stessi che vengono proposti come gesti che imitano le forze degli elementi. La somiglianza che egli percepisce tra ciò che vive e s’agita in lui come qualità dell’anima e le dinamiche di calore, aria, acqua e fuoco viene portata a coscienza affinchè il bambino dia valore alla sua relazione con l’ambiente, sia naturale che umano: si impara a riconoscere ed eseguire i gesti euritmici correlati al suono delle consonanti.

Si lavora con gradualità alla percezione dello spazio come estensione delle proprie coordinate corporee, il cui centro è la figura ferma: si imparano i gesti delle note sulla scala discendente di do maggiore; si percorrono linee incrociate e forme frontali. Dal cerchio, come forma fondamentale, si ricavano triangoli, quadrati, spirali, e da questi singoli angoli o forme composte, che vengono in seguito svincolate dal cerchio e percorse singolarmente o in gruppo, con punti di riferimento fermi o in movimento.

Lavoro manuale

I bambini confezionano il loro primo capo: un berretto (“Il berretto costituisce per il capo qualcosa di simile a ciò che il tetto è per la casa” Rudolf Steiner). Per fare questo lavoro si introduce il cambio colore, che permette di vivacizzare e arricchire la lavorazione di motivi, e le diminuzioni (cali). I bambini scelgono i colori e gli accostamenti: l’avvicendamento dei diversi colori li obbliga a una concentrazione e un’attenzione costante, e impedisce loro di abbandonarsi a eseguire il lavoro in maniera ripetitiva.

Ultimato il berretto, si propone la costruzione di una pallina per giocare: devono ottenere una sfera di carta ben compatta, rivestirla di lana, ricoprirla di filo da imbastitura, controllare che rotoli e rimbalzi correttamente, ricamarla completamente a punto erba.

Viene ripreso l’uncinetto, con cui i bambini preparano un astuccio per le matite, da donare agli alunni della seconda classe.

Parte ritmica

Il tempo per la parte ritmica si riduce a circa mezz’ora, poiché il programma di epoca comincia ad essere rilevante; viene praticata per accompagnare il risveglio della coscienza terrena. Dopo la massima (Spruch) iniziale si intonano canti e si eseguono al flauto musiche diatoniche, canoni: questi ultimi, in particolare, dove l’armonia si perde e si ritrova, corrispondono allo stato interiore del bambino.

In seguito vengono eseguite danze della tradizione ebraica e si recitano filastrocche e poesie che caratterizzano il corso della natura e i vari mestieri. I testi sono scelti in modo che i bambini percepiscano la bellezza non solo nella musicalità della lingua ma anche nei contenuti. Infine si scandiscono ritmi puri, tabelline, si risveglia la concentrazione con giochi di pallina e si fanno esercizi di geografia corporea.

A conclusione, e prima del lavoro di epoca, si recita con solennità una poesia (ad es. “Ama la terra”)”.

Attività motorie e sportive

In terza l’insegnamento della ginnastica è intesa come integrazione dell’Euritmia. Quest’ultima diventa manifestazione visibile del processo respiratorio, e si distanzia progressivamente, da ora in avanti, dal movimento fisico, e si fa piuttosto espressione volitiva della vita dell’anima. Nel movimento ginnico la volontà si manifesta in modo diretto: il sangue irrora tutto il sistema muscolare, che si  irrobustisce e acquista elasticità; il bambino sperimenta la statica e la dinamica, sviluppa il senso dello spazio e ne coglie le forze (ad es. la forza di gravità). A quest’età la fisiologia della ginnastica si basa sull’attività del sangue e dei muscoli; solo dopo i dodici anni si tiene conto delle basi organica e meccanica del sistema osseo. Gli esercizi proposti in terza, quarta e quinta classe sono caratterizzati dalla vivacità; viene creato un rapporto emotivo e fantasioso tra il bambino e l’esercizio da eseguire (i nomi stessi degli attrezzi costituiscono un suggerimento: cavallina, manubrio, ecc.): il tutto risulta essere un gioco libero con gli attrezzi. La ginnastica a corpo libero si ispira liberamente ai gesti del lavoro umano (seminare, martellare, ecc.), senza essere troppo realistici, ritmicamente.